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22/08/2022
“Ehi, nonno… guarda in giù!” Cirmoletto gridava scuotendo forte i rami per attirare l’attenzione del robusto e imponente Cirmolone.
“Eccomi, ma… cosa c’è di così importante da urlare a quel modo?”
“Volevo dirti che… beh, ecco… mi piaceva di più andare a scuola che lavorare!”
Il nonno non volle rispondere subito e decise di riflettere. Era una bella cosa che il suo nipotino amasse tanto lo studio, però bisognava anche che imparasse a vivere… cercava di comprendere quella strana osservazione. Forse non gli piaceva lavorare e prendeva come scusa di voler studiare? No, no… corresse subito i suoi pensieri: Cirmoletto era un alberello sano e vivace, ma non avrebbe mai fatto dei meschini trucchi per ingannare proprio il suo adorato nonnetto.
“E cosa vorresti imparare ancora?” Gli chiese.
“Mi avevi detto, una volta, che noi alberi, sotto terra, facciamo una rete d’informazioni intelligente con cui ci comunichiamo eventi importanti e mi piacerebbe saperne di più!”
“Eh… capisco bene la tua curiosità: quella è una rete viva, vecchia come il mondo ma, allo stesso tempo, moderna come l’internet degli umani! L’uomo copia sempre dalla Natura ma poi ci mette del suo… e, quello che era un Bene… dopo poco tempo diventa un Male! Noi alberi, siamo essenziali e la nostra rete è molto efficiente anche se temo che con il passare del tempo sarà opportuno ottimizzare le cose! È questo che ti piacerebbe fare?”
“Sì, certo… prima però vorrei riuscirne a capire il perché…” Rispondeva Cirmoletto, testardo.
“In che senso?”
“Semplice, vorrei sapere a cosa serve questa rete e, poi, decidere se si possano o no migliorare le comunicazioni!”
Nonno Cirmolone era davvero sorpreso dalla richiesta del suo nipotino, si capiva che faceva dei ragionamenti molto più approfonditi di quanto la sua età potesse proporre!
“Devo pensarci un po’, perché, se hai tanta voglia di sapere… è meglio parlarne con l’elfo dell’Istruzione Boschiva: lui si occupa delle scuole superiori e potrebbe consigliarti quale studio sia il più adatto per te!” Fece il nonno.
Era strano quel pinetto, così vispo e sempre intento a osservare qualcosa e poi, a chiedersi un perché.
“Grazie nonno… intanto cercherò di fare meglio che posso il lavoro che mi hai dato… però, promettimi che chiederai davvero a un Elfo di trovare qualcuno che m’insegni cose nuove!” Disse Cirmoletto.
“Certo, dovresti sapere ormai che, se ti dico una cosa, è chiaro che voglio aiutarti, no? – Fece il nonno strizzandogli l’occhio – Ed è davvero straordinario che tu voglia continuare ad arricchire la cultura!”
Cirmoletto era contento e muoveva le fronde lasciando che un venticello fresco e gentile le sfiorasse con delicatezza.
Per tutto il bosco si sparse la voce di quel giovane cirmolo che aveva smania d’imparare cose difficili, gli alberi si passavano parola, i funghetti origliavano per ascoltare i discordi di quei giganti buoni, gli animali si sentivano orgogliosi di abitare in un posto così attivo e importante.
Anche il Vento si sorprese della smania di imparare che mostrava quel piccolo pino, così sveglio e simpatico e, mentre scompigliava con dolcezza la chioma di Cirmoletto, intervenne e disse:
“Ne parlerò io stesso all’Elfo dei boschi, il mio amico Ariel, perché faccio parte anch’io del corpo insegnanti nelle scuole superiori della foresta!”
Cirmoletto non stava più nella pelle:
“Dicono che tu, Vento, sappia tante cose che neppure gli umani riescono a immaginarle tutte, figuriamoci noi alberi… forse persino il mio nonnetto può imparare qualcosa da te!”
Il Vento fece una capriola nell’aria e tornò ad alitare tra le fronde del giovane pino:
“Tuo nonno è uno dei cirmoli più saggi che mai ci siano stati in questa foresta, è cresciuto assieme a Elfi e genietti di ogni specie… e tu, certo hai preso da lui, che fu il mio primo allievo… oh, che bei ricordi del passato abbiamo in comune il tuo nonno ed io! Sai… viaggio molto e, così conosco le leggende e le fiabe di tutti i Paesi… gli animali e le piante di ogni luogo sono diversi a seconda di dove ti dirigi e sono tutte qui, nelle mia memoria… quando passo io sussurro fiabe a tutte le creature dei diversi mondi, ma, purtroppo, non tutte sanno ascoltare la voce del Vento!”
“Il nonno ci riuscì?”
“Sì… e fu uno dei pochi che imparò in fretta il nostro linguaggio… – disse l’altro – quando passavo di qui, non mancavo mai di fermarmi qualche giorno a chiacchierare con lui!”
“Ah sì? E di cosa parlavate?”
“Un po’ di tutto: dei diversi paesi, delle montagne, del mare…”
“Dev’essere bellissimo! Ma… che cos’è il mare?”
Il Vento gli arruffò i rami:
“Non sai che cosa sia il mare? – Chiese – Allora… devo proprio raccontarti qualcuna delle mie storie! “
“Oh! Sì, sì, te ne prego… mi racconterai anche i segreti che vi dicevate col nonno?”
“Oh! Non erano proprio segreti! Erano piuttosto curiosità, usanze diverse, quelle che io vedo ogni giorno ora qua e ora là… Cirmolone ha molto da raccontare perché ha visto crescere questo bosco, sa la storia di tutti… i nuovi problemi, le gioie, le feste… ma anche le cose tristi che possono accadere… io, quindi, gli racconto ciò che accade lontano, a sud… dove il caldo fa crescere fiori incredibili, il sole riscalda il cuore… a dire il vero, quando parto provo un po’ di nostalgia, ma poi, attraverso tanti paesi, sorvolo il mare… ritrovo i luoghi della passata stagione ed ecco pronte nuove storie da ascoltare e da raccontare!”
“Sono tutt’orecchi, signor Vento!” Disse allegramente Cirmoletto, sentendo quell’aria tiepida che gli stava scompigliando la chioma scherzosamente.
Loredana Reppucci
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Immagine di Sara Sieff